Eleganza compassata ed anima divisa fra due culture da sempre contrapposte: basterebbero queste poche righe per definire le caratteristiche salienti di Gerace, antico borgo che trova dimora all'interno del Parco Nazionale dell'Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, con bella vista sullo Ionio e sul paesaggio della Locride.
Ad indicare in maniera più puntuale lo spirito di Gerace e il destino che le è stato assegnato dai primi abitanti della penisola ellenica ci viene incontro anche il nome: d'origine greca significa sparviero. La leggenda che ruota intorno alla fondazione del borgo vuole che fu proprio un rapace a scegliere l'area in cui costruire l'abitato, un luogo che doveva essere sufficientemente nascosto per evitare le incursioni saracene, mentre altri riconducono il nome alla sacralità della vetta su cui sorge, oppure allo spostamento della Diocesi di Locri, dedicata a Santa Ciriaca, proprio in questo sito. Da allora, Gerace ha mantenuto il suo volto medievale, un po' celato alla vista del turismo di massa, e proprio per questo custode di una bellezza storica ed artistica antica e di una raffinatezza dal piglio arcaico che non presenta alcuna sbavatura.
Chiese, monumenti e palazzi compongono il borgo armonizzandosi con l'ambiente naturale circostante, creando scorci singolari dai quali poter godere pienamente delle bellezze paesaggistiche ed artistiche.
Sebbene sia un piccolissimo centro, abitato da poco più di 2.700 persone, Gerace è puntellata da numerosi edifici sacri, cosa che ha portato a rinominare il rilievo su cui essa si trova, il quale è appunto divenuto Monte Santo. Ad emergere su tutte queste strutture è la Concattedrale (o Duomo), bene architettonico di interesse nazionale e fra gli edifici più grandi della regione. Dedicata a Santa Maria Assunta, essa si presenta come un edificio in cui convivono in perfetta sinergia gli stili bizantino e romanico: il primo è rinvenibile nella disposizione delle absidi e nell'accentuata sporgenza del transetto, il secondo nello stile complessivo dell'opera, la quale possiede le sembianze di una fortificazione in virtù della sua struttura muraria in pietra calcarea a vista. L'interno della chiesa è un vero gioiello d'arte sacra in cui trovano bilanciamento gli elementi antichi, come le colonne e i capitelli da spolio, che separano le tre navate principali, e gli elementi di rifacimento ex novo, che si sono resi necessari negli anni a causa di alluvioni e terremoti che hanno coinvolto il borgo.
L'ambiente interno della concattedrale ricorda quello delle grandi basiliche a croce latina e termina in un transetto sporgente con coro quadrato. Più recente è l'altare maggiore, in stile barocco, realizzato in marmi policromi dai fratelli Palazzotto e dal siciliano Amato.
Molteplici i monumenti funebri presenti nel duomo, come quello dedicato a Giovanni Battista Caracciolo, mentre la maggior parte degli arredi più antichi appartengono alla cripta alla quale si accede dalla zona sinistra del transetto. La cripta e la cappella della Madonna d'Itria che vi è ospitata sono il grande tesoro custodito dalla cattedrale: la prima risale ai tempi ellenico-romani, testimonianza ne sono le colonne e i materiali di riuso provenienti da antiche ville romane; la seconda è stata ricavata da una cappella rupestre e l'ambiente è riconoscibile dalle maioliche geracesi che ricoprono il pavimento. L'altare della cappella è completato da una dolcissima statua di una Vergine col Bambino prodotta intorno al '300 dall'artista Tino da Caimano.
Il percorso religioso a Gerace può continuare nella gotica Chiesa di san Francesco, situata nella Piazza delle Tre Chiese. Costruita a cavallo tra '200 e '300, la chiesa si presenta internamente disadorna, creando per il visitatore un senso di austera spiritualità. Tre gli elementi caratteristici: l'altare barocco seicentesco, l'arco di trionfo che lo sovrasta ed un sarcofago funebre del 1372 in cui sono conservate le spoglie del guerriero Nicola Ruffo.
In città è possibile ammirare anche la più antica chiesa ortodossa d'Italia: è la Chiesa di San Giovannello, con tetto a campana edificata intorno al '900 d.C.
A queste chiese si sommano quelle di Santa Maria del Mastro, Santa Maria di Monserrato, del Sacro Cuore, del Carmine, San Martino, Santa Addolorata, Santa Caterina e Santa Maria delle Grazie, confermando la vocazione religiosa del piccolo borgo.
Giunti nel centro del borgo, una delle prime “cose” che è possibile visitare sono Le Bombarde, vale a dire le spianate su cui venivano posizionati i cannoni a difesa della costa, oggi divenute veri e propri spazi panoramici dai quali è possibile abbracciare con lo sguardo almeno cento chilometri di costa ionica, permettendo quindi di apprezzare appieno la bellezza naturalistica che avvolge il borgo.
Altro luogo imperdibile di Gerace è il Castello, raggiungibile a piedi da piazza del Baglio, punto più alto del comune. Sebbene in parte distrutto da diversi terremoti, esso mantiene intatta la sua fisionomia e quella dell'affascinante torre. L'apertura, in pieno stile normanno, prevedeva un ponte levatoio, la cui presenza riesce ancora a scorgersi al di là del fossato.
Oltre alle diverse strutture architettoniche di cui abbiamo parlato finora, Gerace merita di essere esplorata nel suo spirito più intimo, nei suoi vicoli caratterizzati dalle “volte a gistuni”, una tecnica costruttiva tipica del luogo che ricorda i cesti intrecciati. Fuori dal centro storico troviamo la periferica Piana, dove si incontrano storia e contemporaneità. Merita sicuramente una visita il convento dei cappuccini, in cui è possibile riconoscere l'influenza del barocco.